Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dalla Fondazione Toti Scialoja, costituita il 19 maggio 2000 per volontà testamentaria di Gabriella Drudi e in ottemperanza dei desideri di Toti Scialoja (Roma, 1914 – 1998) sono stati istituiti un Premio per la poesia ed un Premio biennale per i linguaggi artistici. Per la prima edizione del Premio per la poesia il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, su indicazione di Paolo Mauri, ha deciso di assegnare il premio al poeta Emilio Zucchi per il suo poemetto Le midolla del male edito da Passigli. Giuseppe Conte, nella prefazione al volume scrive: “Emilio Zucchi non ha paura di raccontare. Di piegare una ispirazione potentemente lirica alla disciplina della narrazione. Della sintassi. Della ragione. È un momento di poesia compiuto e solenne. Di tensione etica severa e dolcissima. Di cui sono grato a Emilio Zucchi, che si conferma qui poeta di grande tempra stilistica e spirituale”.
Il premio verrà consegnato giovedì 16 dicembre alle ore 18,00 all’Accademia di San Luca a Roma (Piazza dell’Accademia di San Luca, 77). Nel corso della manifestazione, dopo una lettura dei propri versi da parte del poeta vincitore del premio, verrà ricordata l’opera poetica di Toti Scialoja.
Emilio Zucchi è nato nel 1963 a Parma, dove vive. Ha pubblicato le raccolte poetiche Il pane (Campanotto, 1994, recensito da Giovanni Giudici su l’ ”l’Unità”), Il pioppo genuflesso (prefazione di Mario Luzi, Diabasis, 2001), Tra le cose che aspettano (prefazione di Maurizio Cucchi, Passigli, 2007; finalista nello stesso anno ai Premi Viaraggio-Répaci e Cetonaverde Poesia) e, nell’ottobre del 2010 edito da Passigli, il poemetto storico Le midolla del male, ambientato nel 1945-’44 a Firenze, Roma, Parma, Milano e incentrato sulle figure del torturatore fascista Pietro Koch e di Anna Maria Enriques, partigiana cattolica toscana seviziata e uccisa dagli aguzzini in camicia nera.
Il libro è stato recensito, tra gli altri, da Alberto Bevilacqua sul “Corriere della Sera” (… “Senza ansia di retorica sentimentale, in un ritratto lucido ed essenziale come una lama, a Zucchi preme, con un arazzo che si accosta a quelli beckettiani, Pietro Koch: gli preme spremerlo, quel male, fino a quando sarà proprio il male della mostruosa figura a sconfiggere se stessa… Diciamo dunque che Zucchi elabora tasselli, servendosi di mezzi straordinariamente fusi: la scena teatrale, i referti di cronaca fatti leggenda e, sì, di poesia pura – memorabile l’inserto in cui Padre Ildefonso canta ’O sole mio, accompagnandosi al pianoforte, mentre salgono dalle camere di tortura le urla dei disgraziati”…), Roberto Mussapi su “Avvenire” (… “Emilio Zucchi attesta un mutamento nella poesia italiana, che auspicavo, attendevo e propiziavo da tempo: ritorna il passo dell’epica: lirica e narrazione, visione e dramma si reidentificano come avvenne un tempo e riavvenne a volte nel corso del tempo. Ritorna la poesia come celebrazione foscoliana della memoria, difesa della specie, affetto fraterno che supera la morte… Poesia importante… Versi di potenza visionaria e narrante coincidenti, cosa rara e, oggi, necessaria, benaugurante… Con questo libro di potente e vaticinante capacità narrativa e storica, Emilio Zucchi riprende la linea della grande letteratura del mito della Resistenza… Le midolla del male è un libro oggi ineludibile”…) Maurizio Cucchi sul “TuttoLibri” de “La Stampa” (…”Emilio Zucchi, figura tra le più interessanti della generazione di mezzo, è un poeta che non manca di coraggio. Lo dimostra senza equivoci il suo poemetto Le midolla del male … c’è un’autentica accensione interna che regge tutto il poemetto, nel quale l’autore riesce a misurare con attenzione i passaggi dal recitativo al canto, con punte verticali di forte tensione drammatica”). Poesie di Zucchi sono apparse sull’ “Almanacco dello Specchio”, “Poesia” e “Poeti e Poesia”.
Zucchi si occupa di poesia anche da un punto di vista critico, sulla rivista “Poesia”’ e sulla “Gazzetta di Parma”, di cui è responsabile della pagina culturale.